giovedì 24 maggio 2012

A gattoni nel paddock






Si è letto e scritto di tutto.  La cosa confortante tra le centinaia di parole lette su giornali, blog, forum, ma del resto non poteva essere altrimenti, è che tutte hanno una conclusione comune: rispetto. Rispetto per una scelta di vita.
Aver rinunciato a 10 milioni di ingaggio per veder crescere la propria figlia, aver rinunciato a stabilire nuovi record per stare con la propria famiglia, aver rinunciato ad essere l’uomo al vertice di uno sport per tornare nella quiete della proprie origini, sicuramente merita rispetto e questo è indiscutibile. Vedere il sorriso di propria figlia può valere più di un altro trofeo, così come vedere i suoi primi passi può valere più di un altro titolo mondiale. 
Avendo già dimostrato il suo valore ha il privilegio di potersi permettere di fare questa coraggiosa scelta e dire addio a tutto il circus.
Quello che però ha fatto parlare gli "addetti ai lavori" è stato il modo con cui si è congedato dal suo mondo. Personalmente condivido al 100 per cento le modalità con cui ha fatto questa comunicazione, sia in termini di tempi, avendo lasciato alla sua attuale squadra, ai gestori del campionato, ma anche a tutti gli appassionati il tempo per metabolizzare ma soprattutto per preparasi alla prossima stagione che sarà senza uno dei migliori piloti nel panorama mondiale, sia in nella forma. Un attacco diretto a quello che è stato il suo mondo e ai suoi imperatori, vassalli e portaborse. 
Quello che fa specie - considerando chi ha effettuato simili esternazioni - sono state le reazioni a questi attacchi, invece di essere recepiti come spunto di riflessione o  di autocritica e di miglioramento sono state liquidate con frasi degni dei più profondi analisti e accademici, la più lungimirante ritengo sia stata:“sputa nel piatto in cui mangia”.
Una riflessione mi è venuta spontanea, analizzando la totalità dei motivi di questa scelta, che impedirà per i prossimi anni ai nostri occhi di assistere a traversi da pelle d'oca e restare attoniti di fronte ad uno stile di guida unico: quanto hanno  inciso le persone ai vertici della struttura sulla scelta di Stoner ?
E ancora una volta mi è venuta alla mente un paragone, Moto Gp e Superbike.
Perché altri piloti sono genitori e sono responsabili di altre vite e rischiano ogni volta che allacciano il casco e scendono in pista, altri uomini sotto questo aspetto molto simili a Casey.
Ecco allora l'immagine della figlia di un altro pilota, con pochi mesi di diversità con la figlia di Stoner in viaggio per gli Stati Uniti a seguire il padre verso la prossima gara e una domanda nasce spontanea: quale sarebbe stata la scelta di Casey se l’ambiente in cui ha lavorato in questi anni fosse stato un altro, quello ad esempio simile a quello che da molti è definito come la serie B delle moto.
Ritengo che con un minimo di buon senso, passione vera e meno attaccamento al dio denaro tra qualche anno magari avremmo visto una bmw ufficiale in moto gp e Ava May e Alessandra Maria giocare insieme nel paddock.

martedì 15 maggio 2012

Un manubrio al posto della chitarra.



Potrà sembrare offensivo, irrispettoso, blasfemo o forse irriverente ma…è così. Sarebbe ipocrita nasconderlo a me stesso e coprirsi di moralismi che non mi appartengono ma...è così.  Sono stato quasi due mesi senza moto complice una operazione che mi ha limitato nei movimenti e nel compiere quelle gesta che ormai sono banali e quotidiane. Due mesi di privazioni fisiche, due mesi in cui ponderi e comprendi come azioni quotidiane vengono date troppo spesso per scontate senza comprendere appieno il privilegio che si ha nell’essere “sani”.  
Ieri sono ritornato in moto e mi sono reso conto ormai come le due ruote sono una parte integrante della mia persona, del mio essere e non solo da un punto di vista mentale ma anche in quello fisico. Senza la moto sembra quasi di vivere senza una parte del proprio corpo, di essere evirati da quella che conduce a sensazioni uniche. Perchè è attraverso le due ruote che si possono ripercorrere strade emozionali assolute. Così come gli occhi permettono di vedere i colori del mondo, così come l'udito permette di sentire le armonie dell'universo, così come le mani permettono di tastare materiali e forme, così come ogni parte del nostro corpo è un tramite...così allo stesso modo, le due ruote permettono di creare stati d'animo totali divenendo una parte integrante e indispensabile dei nostri sensi.
Mi è venuto in mente una frase di una canzone di un grande dispensatore di emozioni “ è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo cominciare una chitarra” e mentre ero in piedi sulle pedane a far pattinare la ruota dietro su una strada sterrata e con un sorriso ebete dentro il casco ed una sensazione che non assaporavo da mesi qualcosa dentro di me ha voluto sostituire la parola chitarra con la parola il manubrio…ed ho provato una felicità ingenua, infantile e forse per questo vera.

lunedì 14 maggio 2012

Gli esempi, i valori, i campioni.




Questo blog nasce con la volontà di avere come oggetto di discussione il mondo delle due ruote e dei suoi personaggi con l’incipit che chi sceglie le due ruote, e non solo nel senso attivo del termine ma anche solo come spettatore, si nutre di passioni ed emozioni.  Tuttavia ieri è successo lontano dai motori o dai suoi personaggi degno di essere approfondito, perché in grado di dare emozioni rare ed uniche sempre più difficili da ritrovare, quegli stati fisici che portano gli occhi a luccicare e tali da far riemergere il fanciullo sopito e nascosto dall’età anagrafica.
A volte è un mondo lontano dai nostri schemi mentali e della nostre attenzioni, ma inevitabilmente per riflesso o più semplicemente per cultura popolare siamo invasi dallo sport nazionale con tutti i suoi più variegati personaggi (senza entrare troppo nel merito). Per chi ha preferito altri sport e non ha un tifo personale per questa o quella squadra, la maglia bianconera è stata oggetto di un condizionamento mediatico ed è più facile “tifare contro” anziché sperare nelle loro vittorie. Ieri, però, a dispetto della anti-juventinità e della propria fede calcistica, più o meno sentita, penso  - è qui sta la grandezza dell’uomo in grado di oltrepassare confini e barriere -  ogni sportivo è stato felice di vedere quella coppa alzata al cielo. Perché le imprese, le gesta atletiche  sono fatte da uomini, e questi uomini inevitabilmente trasmettono emozioni.
Emozioni di carattere sportivo, con gol decisivi, con parabole pennellate, con tocchi di classe pura, emozioni per la dedizione alla squadra, ad una società ma soprattutto sono le emozioni di carattere umano quelle che porteremo sempre con noi. Perché ogni persona che comprende i valori dello sport, quei valori assoluti deve dire grazie ad Alessandro Del Piero, perché sono persone come lui che possono essere prese a modello per le nuove generazioni e rappresentano quelle qualità morali che vorremo trovare in ogni sportivo e in ogni persona. Perché è grazie a persone come lui che il mondo, prima quello sportivo ma soprattutto quello quotidiano è un luogo bello in cui vivere e sperare in un futuro migliore.  Perché se i futuri campioni di domani vorranno emulare il modo di porsi di Alessandro e il rispetto e umiltà che ha sempre dimostrato in questi anni, dentro e fuori dal campo, sicuramente il calcio potrà tornare agli antichi splendori di un tempo portando all'interno di un sistema ormai deficitario valori morali e sportivi che non potranno che essere vincenti.
Il mio personale: Grazie Ale

venerdì 11 maggio 2012

Rock in bike?




Arriva il momento di impegnare in modo più attivo ma soprattutto soddisfacente le fedeli compagne, coloro che magari hanno dovuto sobbarcarsi l’onere di divenire il mezzo di trasporto tra casa e ufficio e elevarle al loro primario ruolo: dispensatrici di emozioni.
E una domanda si potrebbe porre a tutti i bikers che percorrono chilometri di asfalto: è possibile incrementare ancor di più le emozioni che le due ruote possono dare ?
Beh a dispetto di tutti quelli che millantando chissà quali rischi adducendo a chissà quale blasfemia, mettere un auricolare in un orecchio e all'estremità attaccare un mp3 con la propria playlist può incrementare i propri sensi ed aumentare le endorfine celebrali.
Rock in bike è realizzabile.
Gli aggettivi che spesso si associano ai due termini, si mischiano e si fondono nel binomio RB diventando compatibili ma soprattutto si concretizzano sulla propria pelle. La tecnologia propone svariate opzioni, dal navigatore con incorporato l’mp3, al casco con il bluetooth fino al più semplice ipod. Qualcuno afferma che è meglio lasciare assoluta l’esperienza della moto senza “inquinarla” con altre sensazioni ed emozioni concentrandoti solo su di essa.
Certo se vado in pista con staccate al limite o su qualche mulattiera non posso concedermi altre distrazioni mentali ma per chi la moto la intende in maniera totale nell’uso quotidiano l’essere Bickers in Rock in è qualcosa di compatibile.
Forse questi puristi parlano per preconcetti e limitano magari per chissà quale vissuto la loro sfera emozionale e mi permetto di consigliar loro alcune esperienze che forse dovrebbero provare per capire di quanto totale in termini emozionali può essere l’accoppiata RB, e mi riferisco:
  • stradina di montagna con il riff della chitarra di Angus Young e i giusti cavalli sotto la sella... qualcosa di  paragonabile ad un orgasmo.
  • strade di campagna in una giornata assolata con una canzone italiana e gridarla come un pazzo nel casco….uno sfogo liberatorio, forse terapeutico.
  • Il noioso tragitto autostradale che assume nuove sembianze, se accompagnato da qualche pezzo pop , funky o reggae.
  • il traffico mattutino che improvvisamente diventa un videogame se ti rimbomba nelle orecchie un accordo di qualche pezzo dei Ramones, dei Rancid o dei Clash.
  • Trasferimento sotto un acquazzone con i Coldplay o Pink Floyd ...qualcosa di mistico.


...e per favore non parlate di sicurezza che usando solo un auricolare si riescono a sentire tutti i rumori esterni, compresi i pensieri dubbiosi di coloro che vedendo i fili degli auricolari uscire da sotto il casco non possono capire cosa significa l’accoppiata RB.


venerdì 4 maggio 2012

L'autografo del dottore



Un quaderno e una firma...


Oltre vent’anni, i ricordi di un bambino nel paese dei balocchi.
Proprio ieri ho trovato il quaderno con cui andavo in giro per il paddock alla ricerca delle monete d’oro, dei gioielli, dei rubini e diamanti per arricchire il mio personale tesoro.
Gardner, Cardalora, Rainey, Mamola….un quaderno che assumeva le forme di un forziere, di uno scrigno magico dove un bambino custodiva gli autografi dei suoi eroi.
Ricordo l’attesa di Gardner mentre stava finendo di lavare la sua superauto di allora...una mezz’ora buona sotto il sole per quella sospirata firma, la simpatia di Cadalora, allora idolo nazionale, Mackanzie, Haslam padre e tanti altri.
La tristezza nel rivedere la firma d Roth e la consapevolezza di come il tempo passa e di come tutto è mutevole.
Mille emozioni, ricordi, magari qualche lacrima versata.
Gli eroi di un tempo assumono contorni nuovi visti con gli occhi di oggi e da personaggi fatati col tempo si trasformano in essere umani.
Le monete d’oro si impolverano, i rubini sbiadiscono, nuovi gioielli ora brillano.
Qualcuno è diventato commentatore televisivo, altri team manager mentre per la maggior parte ignori mete e destinazioni.
Temporaneità, questa la parola che ti viene in mente, come tutto sia temporaneo... tuttavia sfogliando il forziere c’è una pietra che in tutti questi anni non ha smesso di brillare, anzi se possibile brilla sempre di più e va oltre quel concetto di passeggero e mutevole,  va oltre il tempo, assumendo quasi un contorno di assoluto.
Il ricordo più caldo, l’immagine di un signore che alla domanda di un ragazzino di 12 anni “Mi fa un autografo?” Rispondeva…”Ma io non sono mica un pilota” con una umanità e spontaneità totale e quel bambino nella sua ingenuità gli ha risposto ”Sì ma lei è quello che li aggiusta”.
Gli anni sono passati e tanti piloti ha aggiustato e messo a nuovo.
Col tempo è arrivato un nuovo “dottore” ma alla fine, ad ogni gara il vero dottore resta lui e non smetterà mai di brillare.