venerdì 1 giugno 2012

Un carrello portamoto e la bulimia













Racconti, impressioni, sensazioni prese al volo.
Capita di trovarsi a chiacchierare, parlare e condividere esperienze vissute, anche solo come semplice spettatore di eventi  sportivi a due ruote.
Le categorie minori riservano sempre emozioni e ammirazione per la passione e l’atmosfera che contraddistingue l’ambiente.  Tuttavia in questi ultimi anni si è assistito a una proliferazioni di componenti visive, apparenze e  tanta forma a scapito di quelli che erano le caratteristiche del prodotto  originario, in una forma bulimica di un continuo mostrare a tutti delle presunte capacità, nella arcaica gara del "io ce l'ho più grosso".
Ormai anche in quei campionati che fino a pochi anni fa erano frequentati da amatori e gente animata di vera passione e giovani che vedevano lo strumento per testare la loro abilità o semplicemente come via per una propria formazione umana e professionale ora sembra assistere a goffe rappresentazioni di potere,  forza e apparenza.
Team organizzati al pari di scuderie da moto gp: hospitality, Motorhome, mega impianti con un sacco di gente al seguito (in alcuni manca solo l’Uccio della situazione).
Ma nonostante questo a fianco di questi indubbi futuri pluricampioni del mondo si può ritrovare il piacere di un tempo…la passione. Piloti armati di amore per le due ruote che con l’amico a far da meccanico, una tenda e un carrello portamoto alimentano di tasca propria o con pochi sponsor la propria passione.
Ed  è qui, in  alcune di queste categorie che si possono ritrovare delle soddisfazioni.
Soddisfazioni non solo dal punto di vista sportivo, dando il giusto merito a chi ha indubbie qualità tecniche in grado di offrire uno spettacolo agonistico di ottimo livello, ma anche soddisfazioni quasi morali, una forma di perequazione, di meritocrazia…di giustizia.
Perché non basta avere il papa imprenditore che ti mette a disposizione la top bike per vincere…qui conta ancora aprire il gas e fare bei salti e la componente umana ha ancora la sua importanza.
Banali considerazioni che ti entrano in testa. Perchè alcuni aspetti della società sono entrati in questo mondo ? Da dove nasce una avversione così diretta? Ma poi osservando bene, sentendoli parlare, guardando come si atteggiano la risposta sembra fin troppo chiara. 
Non fai tempo a valutare dove questa cultura può portare questo sport, su quali reali possibilità ci possono essere per un giovane di sfondare se non ha amicizie, conoscenze ma soprattutto tanti tanti soldi, su quali tipo di azioni devono effettuare le federazioni e gli organizzatori dei campionati…non fai tempo a valutare tutto questo che l'amico con cui stai condividendo queste impressioni pone la birra che sta bevendo e dice “e anche sta volta ha dato paga a un bel po di quei  fighetti”.
Sai bene che sta riferendosi al ragazzo che a gara finita avrebbe  caricato la moto sul carrello, guidato l’utilitaria fino a casa senza troppa gente al seguito e la sera avrebbe tolto il fango accumulato - solo - armato solo della sua passione.

Nessun commento:

Posta un commento